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MANOVRA. PER IL PSI E' NECESSARIO ELIMINARE I PRIVILEGI ALLA CHIESA CATTOLICA

19 Agosto 2011 , Scritto da sezione san giustino

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Reggio Calabria alla vigilia di ferragosto il segretario nazionale del Psi Riccardo Nencini, rispondendo ad una domanda relativa ai costi della politicae alla manovra finanziaria presentata dal governo ha osservato che “ è giusto e necessario che tutti facciano la loro parte, cominciando ad equiparare le indennità degli assessori e consiglieri regionali al livello più basso,tema questo – ha osservato il leader socialista – non da oggi  oggetto di una delle campagne del Psi”.
Per Nencini tuttavia occorre che: “Chi ha di più paghi di più. In questo contesto appare necessario che anche alla
Chiesa Cattolica  sia chiesto di fare la sua parte, eliminando gli attuali privilegi fiscali e finanziari di cui continua a godere, cosa che non avviene con questa manovra del Governo nazionale”.
La proposta del segretario ha subito ottenuto un ampio consenso nel partito.
Roberto Biscardini si è detto  pienamente d’ accordo con Riccardo Nencini: “Non è giusto che sia concesso solo alla
Chiesa di non fare sacrifici. Bisogna che il Parlamento faccia giustizia. Senza la quota non dovuta dell'8 per mille
e introducendo l'obbligo anche per la Chiesa di pagare l'ICI sugli immobili commerciali si recuperebbero almeno
8 miliardi di euro all'anno. Non è poco."
"Tra le tante iniquita' di questa manovra spicca la eliminazione delle festelaiche mentre vengono salvate quelle
religiose. Pasquetta, per il governo italiano, vale dunque più'della Festa dei lavoratori, onorata in tutte le
democrazie occidentali, e della Festa della Liberazione" cosi' Marco Di Lello, coordinatore della segreteria
nazionale del partito. "Evidentemente- conclude Di Lello- più'ancora dei diktat della Bce in Italia valgono quelli
del Vaticano: spero che ilParlamento in un sussulto di dignita' corregga queste scelte nell'interesse di
tutti gli italiani, e non solo di una parte di essi".
Per Bobo Craxi: “Privilegi fiscali a enti religiosi e affini, assegnati con la revisione concordataria, oggi, con
la grave crisi in atto, non hanno più ragione di sussistere. Mi auguro - ha proseguito Craxi - che venga messa
mano a questa materia con spirito costruttivo e per ragioni di equità, non per altro: si recupererebbero, in misura
consistente, risorse sottratte allo Stato che, notoriamente, a sua volta ha sempre contribuito a sostenere e ad
alimentare enti e istituti religiosi con finalità pubblica”.
 

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